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Storia

Storia

Piemonte significa "ai piedi dei monti" essendo la regione circondata per tre lati dalle montagne che ne rappresentano un confine naturale con Francia, Svizzera e Liguria.

La pratica della coltivazione della vite fu importata in Piemonte dai Celti (IV – III cecolo a.C) secondo la tradizione etrusca con la pianta rampicante, arbustum, appoggiata a supporti vivi come pioppi, olmi o aceri. Quando i Romani conquistarono il Piemonte (I secolo a.C.) iniziarono a potenziare la coltivazione di varietà pregiate. In pieno Medioevo ci sono attestazioni che confermano l’efficienza della produzione vinicola piemontese come il trecentesco Codex Astiensis che parla divino buono e ottimo per la città di Asti ed il trattato di Pier de Crescenzi Ruralium Commodorum Libri del XII secolo che parla di "efficientissimi sistemi di coltivazione della vite nel Monferrato”.

Nel 1850 Camillo Benso Conte di Cavour divenne ministro dell’Agricoltura e diede nuovo slancio all’agricoltura piemontese incrementando la produzione di vino, olio e riso. Purtroppo nel 1879 la tanto temuta fillossera arrivò anche in Italia e colpì proprio il Piemonte fra le prime regioni. La ripresa del settore vitivinicolo avvenne nell’immediato dopoguerra in un periodo emersero tutte le qualità di un patrimonio ampelografico unico al mondo e iniziarono a nascere o consolidarsi cantine e produttori che hanno fatto la storia del vino italiano degli ultimi 60 anni!

La storia della tenuta Castello del Poggio, che si trova nel comune di Asti in frazione Portacomaro Stazione, alle porte del Monferrato, offre lo spunto di ricordare l’importante presenza nell’Astigiano e nel Monferrato dell’Ordine Cavalleresco del Tempio fondato nel 1128 da Bernardo di Chiaravalle a difesa dei pellegrini. La parte settentrionale della tenuta infatti viene ancor oggi chiamata "val del temp”, che significa Valle del Tempio, in quanto i templari possedevano una "magione” rurale e alcune proprietà come testimonia il Codex Astensis.  

Appartenuta a diverse nobili casate, tra le quali quella dei Buneis (Buneo, XV-XVII secolo) e dei Capra Conti di Azzano (XVII-XVIII secolo) la tenuta ebbe come ultimo proprietario Carlo Giuseppe Conte di Azzano e Vescovo di Acqui, che lasciò in eredità i beni ed i possedimenti all’ospedale di Acqui, che a sua volta la vendette, frazionandola tra molte famiglie contadine.